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"Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero che fanno produrre gli avvenimenti; un gruppo un po' più importante che veglia alla loro esecuzione e assiste al loro compimento, e infine una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che in realtà è accaduto".

giovedì 8 agosto 2013

Sirena ascoltata e catturata in un video!!!

« Alle Sirene giungerai da prima, Che affascinan chiunque i lidi loro Con la sua prora veleggiando tocca. » (Omero. Odissea XII)


Tra le molte leggende che popolano le acque del nostro pianeta c'è ne una su una creatura conosciuta con il nome di "Sirena";Le sirene (dal latino tardo sirena - pl.: sirenae; derivato dal greco Σειρήν seirēn - pl.: Σειρῆνες seirēnes) sono delle figure mitologico-religiose, principalmente femminili, di aspetto chimerico umano-animale, caratterizzate da un melodioso e seducente richiamo. Di certe e documentate origini greche, radicate probabilmente in epoche pre-omeriche, successivamente trasferite nella tradizione della Roma antica, le sirene dell'antichità classica si sovrappongono spesso, nella denominazione in lingua italiana, con differenti figure mitologiche.






(Nel video----> Il 06 marzo 2013, due scienziati, il dr. Paul Roberts e il dr. Schmidt in un sottomarino, alla profondità di circa 900 mt. al largo della costa della Groenlandia, hanno registrato un essere, per quale si presume che potrebbe essere leggendaria sirena.)

« Per dimostrare le affinità tra i miti delle più lontane nazioni, avviciniamo alle Sirene le Ondine. Queste ultime, anch'esse divinità marine, figlie di Nikar, il "Nettuno" scandinavo, si trovano nel Baltico e in tutti i mari del Nord. Bellissime, occhi azzurri e capelli d'oro, adescano i marinai e li uccidono o li fanno schiavi. »

Le origini mediterranee. 
Le sirene classiche dell'antichità mediterranea affondano il loro mito in epoche che non hanno tuttora potuto far giungere a noi documentazione originale scritta. Citate nell'Odissea e non descritte, si ricollegano a precedenti epiche, come il mito degli Argonauti e quindi alla civiltà egea. Sono comunque numerose le rappresentazioni coeve e precedenti di esseri alati con capo o con capo e busto femminili che vengono associate alle sirene. L'origine letteraria, nell'antichità classica, della figura delle sirene è nell'Odissea di Omero dove vengono presentate come cantatrici marine abitanti un'isola presso Scilla e Cariddi, le quali incantavano, facendo poi morire, i marinai che incautamente vi sbarcavano. La loro isola mortifera era disseminata di cadaveri in putrefazione. Ma Odisseo, consigliato da Circe, la supererà indenne. Omero non descrisse l'aspetto fisico delle sirene; a tal proposito si è presupposto che ciò sia dovuto alla consapevolezza di Omero che il proprio uditore conoscesse le forme di queste creature grazie ad altri racconti mitici come le avventure di Giasone e degli Argonauti. avendo il compito di consolare le anime dei defunti con il loro dolce canto e di accompagnarle nell'Ade. 

Il rimescolamento con altri miti e leggende
Sulla base di testi e bestiari medioevali, nelle traduzioni in e da lingue anglosassoni e successive reintroduzioni, attualmente esiste una sovrapposizione di esseri differenti che vanno dalle originarie creature ornitomorfe, raffigurate sulle ceramiche attiche come rapaci dalla testa femminea a quelle successive ittiomorfe e col busto di donna, derivate da esse in epoca medioevale, o appartenenti a tradizioni diverse. Dette creature che in lingua inglese sono distinte in: Siren (dal latino sirena) e Mermaid (dal medio inglese mĕre col significato di "lago profondo e paludoso" o anche "oceano" e maiden nel significato di "vergine") in lingua italiana attualmente si sovrappongono indicandole con unico sostantivo: "sirene". Nella stessa lingua inglese comunque gli equivoci si sovrappongono. Tendenzialmente siren sono le originali creature omeriche, alate o caudate che siano (ma in molti dipinti, prevalentemente otto-novecenteschi troviamo diversi spiriti acquatici identificati come siren), mentre mermaid sono sempre e comunque differenti spiriti acquatici femminili, se ibridi muniti di coda e mai alati. La sovrapposizione e la confusione terminologica appartiene, differentemente, anche all'altro ramo della tradizione mediterranea; nella lingua greca moderna le sirene "caudate", condivise da mito, leggenda e folclore vengono ugualmente sovrapposte e confuse con altri miti antichi, denominandosi in entrambi i casi Gorgoni (γοργόνες (λαογραφία), del folclore e γοργόνες (μυθολογία), mitologiche), ma differenziandosi nel nome dalle sirene omeriche, σειρήνες. La parola identifica quindi indistintamente e quindi scorrettamente, in primo luogo per carenze terminologiche, le creature greco classiche, personaggi dei miti norreni e in generale nordeuropei della storia tardo-medioevale e della storia moderna, ridenominazioni di divinità della storia antica di area medio-orientale, in particolare siriaca, e morfologicamente analoghe divinità e creature della tradizione orientale di Siam e regioni indiane e indocinesi come la Suvannamaccha della Ramakien. Si tratta di utilizzo diffuso di archetipi morfologici di ibrido; nella stessa cultura greco antica erano molteplici le raffigurazioni assimilabili a ciò che attualmente identifichiamo con "sirena"; arpie e tritoni, esempificativamente, riassumevano le due forme pur condividendo poco col mito delle sirene omeriche.Le confusioni si sono propagate non solo a livello gergale, ma hanno dato origine a utilizzi che in parte richiamano correttamente particolarità della sirena omerica (fascino, pericolosità, seduzione, richiamo, da cui la metafora della femme fatale, o sirena, e la funzione di richiamo della sirena acustica), in parte si riferiscono, e anche in ambito scientifico (sirenii o sirenia, sirenidi, o sirenidae, sindrome della sirena o sirenomelia) o popolare alla sirena munita di pinna caudale, che sia conformata a mo' di pesce, cetaceo, pinnipede o sirenide, a seconda delle rappresentazioni. Di queste ultime si riferirà dopo una visione generale delle sirene dell'antichità classica.



Le Sirene nelle altre culture antiche.
Secondo i glossografi siriani le sirene sarebbero invece esseri metà uomo e metà cavallo, e in arabo ed etiopico il termine al plurale seriel o ṣedānālat presenta una tipologia di mostri misteriosi abitanti il deserto come nel caso, in epoca ellenistica, della septuaginta in cui il termine σειρὴν era utilizzato per tradurre tutte le diverse specie necrofaghe o animali pensati tali. Le Sirene nel Cristianesimo e nel Medioevo. In un bestiario medievale dell'VIII secolo, il Liber Monstrorum, le sirene afferenti all'antichità classica vengono descritte, per la prima volta, con la parte inferiore del corpo a forma di coda pesce. « Le sirene sono fanciulle marine che ingannano i naviganti con il loro bellissimo aspetto ed allettandoli col canto; e dal capo e fino all'ombelico hanno il corpo di vergine e sono in tutto simili alla specie umana; ma hanno squamose code di pesce che celano sempre nei gorghi » (Liber Monstrorum, I,VI)Nella successiva epoca basso medioevale interviene e si diffonde, in particolare con la letteratura cavalleresca e l'ideale dell'amor cortese un differente mito basato su leggende dell'Europa continentale, quello delle Melusine. Di tradizione completamente differente, condivide con la sirena classica l'aspetto semiumano e la capacità di fascinare gli uomini, "probabilmente" contribuendo al diffondersi della nuova forma immaginifica.

Ibridi ed equivoci, le sirene ittiomorfe 
L'ibrido donna-animale nelle sue diverse connotazioni, nasce dunque, come indicato nella premessa, da un equivoco o da una tradizione, tuttavia non attestata, secondo la quale le Sirene, gettatesi in mare per non essere riuscite a trattenere l'eroe Odisseo/Orfeo, si sarebbero trasformate in vergini-pesce. Su questi ed altri equivoci, a volte assimilanti anche altri esseri come ninfe naiadi e spiriti acquatici come la nixie, e molti personaggi di favole e mitologie anglosassoni e norrene, continua a perdurare una ormai inestricabile confusione terminologica. In ogni caso, per traslazione o trasformazione, un tipico esempio dell'evoluzione del termine e della sua rappresentazione lo troviamo in uno dei simboli di Varsavia, la Warszawska Syrenka o sirena guerriera di Varsavia. La più antica immagine della sirena di Varsavia giunge dal 1390. Nel centro storico troneggia lo stemma: una figura con piedi di uccello, corpo di un drago e volto umano. Nel secolo successivo (1459) mostra la coda di pesce, un busto femminile con mani e piedi con artigli da uccello. La forma attuale di una donna con una coda di pesce deriva dal 1622, e questa disposizione è la forma odierna. Nella mano sinistra tiene uno scudo, una spada nella destra.Dal 1938 è mostrata su uno sfondo rosso. A Varsavia ci sono attualmente due statue della sirena. La più vecchia è stata creata dallo scultore Hegel Konstanty, in lega di zinco, situata sulla Piazza della Città Vecchia 1855. La nuova statua è stata creata dallo scultore Ludwika Nitschowa nel 1939. Modella di riferimento è stata l'etnografa, poetessa e partigiana Krystyna Krahelska che cadde nella rivolta di Varsavia del 1944 come infermiera. Nella cultura contemporanea, in virtù appunto della sovrapposizione tra i termini inglesi siren e mermaid, e largamente nella cultura popolare le sirene sono generalmente indicate come ibridi donna-animale con busto da donna e coda di pesce. Diffusamente note in tutte le culture odierne, anche grazie alla fiaba dello scrittore danese Hans Christian Andersen, pubblicata per la prima volta nel 1836. Esse sono coloro che cantano negli oceani e ingannano gli uomini, facendoli annegare. In molte fiabe invece, troviamo esse come pacifiche creature marine abitanti di Atlantide. Nella St. Senara's Church, chiesa di San Senara del XII secolo, a Zennor Churchtown, Cornovaglia, si trova una delle più note rappresentazioni, una scultura lignea in altorilievo, sul lato di una sedia, un simbolo che ha avuto diverse interpretazioni da parte dei fedeli medievali. Prima dell'era cristiana, le sirene (mermaid) sono state uno dei simboli di divinità del mare e dell'amore. In una mano tenevano una mela cotogna e nell'altra un pettine. Più tardi la mela cotogna è stata cambiata in uno specchio, simbolo di vanità e di mancanza di cuore per i cristiani medievali come simbolo di lussuria e un monito contro i peccati della carne. Ma localmente, appunto in Cornovaglia, aveva anche un'altra interpretazione più ispiratrice tra le comunità marinare, dove è stata utilizzata anche per illustrare le due nature di Cristo. Mentre la sirena era umana e pesce, così Cristo poteva essere nello stesso tempo umano e divino, un messaggio che avrebbe colpito gli abitanti di questa regione isolata le cui vite erano intrecciate con il mare. La leggenda locale, La leggenda della sirena di Zennor sostiene che questa figura commemora un evento reale dalla storia parrocchiale, quando il canto di un corista di nome Matteo Trewhella, avrebbe adescato una sirena a giungere a terra dalle profondità del mare. Secondo il racconto ogni domenica essa si sedeva in fondo alla chiesa, incantata dalla sua bella voce. Un giorno, non più contenendo la sua infatuazione, lo portò al piccolo ruscello che scorre ancora attraverso il centro del paese e porta in mare a Cove Pendour nelle vicinanze. Matteo Trewhella non fu mai più visto. Nelle calde serate estive, a piedi nella pittoresca insenatura ora chiamata "Mermaid Cove", si dice che si sentano i due amanti cantare felici insieme, e le loro voci passano ascoltabili attraverso il fragore delle onde che si infrangono.

Diverse origini mitiche e letterarie di differenti divinità chiamate comunemente "sirene".
La dea Atargatis, in Aramaico Atar‘atah, era una divinità siriaca, chiamata anche Deasura; appartiene alla storia delle religioni del Vicino Oriente antico, nella Mezzaluna Fertile. Viene oggi indicata come dea-sirena, per l'aspetto del suo corpo, che ha forma di pesce, e così è descritta, ad Ascalona, da Diodoro Siculo.All'epoca antica la divinità era assimilabile a quella di Afrodite, la dea dell'amore. Era raffigurata con sembianze di donna e pesce, secondo la concezione tipica della successiva sirena norrena. Con Caistro, figlio di Achille, ebbe anche un figlio, di nome Efeso ed una figlia chiamata Semiramide. Ad Ugarit, tavolette cuneiformi attestano la feconda “Donna Divinità del Mare” (rabbatu atiratu yammi), e tre divinità Canaanite — Anat, Asherah e Ashtart — condividono molti tratti e possono essere state adorate insieme o separatamente durante i 1500 anni di storia della regione.A Ascalon, Hierapolis Bambyce, e ad Edessa, erano intitolati un grandi templi; c'erano vasche per i pesci, che potevano essere toccati solo dai sacerdoti.Glueck nel 1936 notò che “ad oggi c'è un pullulare di vasche per i pesci sacri, i cui pesci sono intoccabili, a Qubbet el-Baeddwī, un monastero dervish tre chilometri ad est di Tripoli.Nella cultura religiosa sincretica a Doura-Europos, era adorata come Artemis Azzanathkona.Negli anni trenta del XX secolo numerose busti in bassorielievo nabateo di Atargatis erano identificati da Nelson Glueck a Khirbet et-Tannûr, in Giordania, nelle rovine di un tempio nei pressi di un CE del primo secolo.A Doura Europus, tra gli attributi di Atargatis figurano il fuso e lo scettro o l'amo.Dalla Siria, la sua adorazione si estese in Grecia e all'ovest più lontano. Lucianoe Apuleio danno descrizioni dei preti mendicanti che viaggiarono per le grandi città con una immagine della divinità su un asse e raccoglievano le elemosine. L'ampia estensione del culto è largamente attribuibile ai mercanti siriani. In molti casi Atargatis, ‘Ashtart, e altre divinità che una volta erano stati culti e mitologie indipendenti, divennero sincretismi, fuse l'una con l'altra e così estese da apparire indistinguibili. Questa fusione è esemplificata dal tempio di Carnion, che è probabilmente identico al famoso tempio di ‘Ashtart a Ashtaron-Karnaim. Atargatis appare generalmente come la moglie di Hadad; queste sono le divinità protettrici della comunità locale. Atargatis, che veste una corona merlata, è l'antenata della casata reale, il fondatore di una vita sociale e religiosa, la divinità della generazione e della fertilità (dimostrata dalla prevalenza di emblemi fallici), e l'inventrice di utili strumenti). Non meno naturalmente, essa è identificata con la greca Afrodite. Dalla congiunzione di queste molte funzioni, invece di originare una divinità del mare analoga ad Amphitrite, divenne in ultima analisi una grande dea della natura, analoga a Cybele e Rhea: in sintensi, Atargatis riassume tutti gli aspetti della protezione che l'acqua esercita nei confronti della vita; in un altro, l'universo dei mondi paralleli in un terzo (influenzato, senza dubbio, dall'astrologia caldea), il potere del destino.Diodoro Siculo, citando Ctesias, racconta come la dea si innamorò di un giovane, del quale rimase incinta, e come per la vergogna si lasciò affogare in un lago vicino Ascalon, come il corpo di lei fu tramutato in pesce, benché la sua testa rimanesse umana. La bambina di Atargatis, Semiramis, crebbe e divenne la regina degli Assiri. Una recente analisi del culto di Atargatis è il saggio di Per Bilde in cui Atargatis appare nel contesto di altri grandi divinità ellenizzate dell'Est.



Sul verso di una moneta di Demetrius III Eucaerus, la raffigurazione di Atargatis, velata, dal corpo di pesce, fiancheggiata da steli d'orzo, che porta in mano un fiore.

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